Lo so, fa caldo e probabilmente siete sotto all’ombrellone, in spiaggia o in qualche prato a godervi le ferie agostane mentre io vi propino l’ennesimo post-fregnaccia su qualche argomento scientifico. Ve tocca!
Oggi parliamo di una notizia fresca (termine quantomai folle considerando l’afa) di poche ore fa. E’ stato pubblicato infatti un articolo di alcuni accademici dell’Università della California San Diego e Berkeley in cui si espongono i risultati ottenuti dall’elaborazione dei dati ottenuti dalla sonda InSight.
E per quelli di voi che non sanno cosa sia la sonda InSight, lo andiamo giustamente a spiegare di seguito, in breve, perchè probabilmente avrete la soglia dell’attenzione ridotta e vorrete andare a fare un triplo tuffo in acqua sull’onda di quanto visto alle olimpiadi di Parigi.
Dovete sapere che nel lontano 2012, la NASA non sapeva bene come spendere poco più di 400 milioni di dollari per una missione facente parte del programma Discovery (per intenderci quello di cui ha fatto parte anche il Pathfinder) e decise quindi che magari era una buona idea spedire sul pianeta rosso una sorta di orecchio da appoggiare alle rocce e studiare l’attività sismica di Marte.
Solita immancabile citazione da “The Martian” in cui il nostro pirata spaziale botanico di fiducia accarezza Pathfinder come una cagnolino
Detta in soldoni cosa voleva dire? Mandare un lander con un sismografo a bordo. La cosa divertente è che all’inizio la missione si chiamava GEMS (Geophysical Monitoring Station), che per un attrezzo del genere ci stava anche come acronimo. Ma visto che alla NASA evidentemente lo reputavano poco accattivante, venne cambiato in InSight (Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport). Si vabbè l’Heat Transport l’hanno aggiunto perchè hanno messo anche un sensore per la misurazione della conducibilità termica del terreno, da piantare a martellate a 5 metri di profondità, mai raggiunta per altro perchè il terreno su cui si è posato il lander era più morbido del previsto. Visto NASA? Forse era meglio concentrarsi di più sulla parte tecnica piuttosto che gli acronimi.
Ah, da qui in avanti, ogni battuta anche vagamente polemica verrà auto-giustificata perchè ho caldo e si è rotto il condizionatore
Ad ogni modo. Come spesso avviene, ritardi di progettazione e pianificazione hanno spostato la finestra di lancio della sonda dal 2015 al 2018, facendo così ammartare InSight a novembre dello stesso anno in località Elysium Planitia, una enorme regione vulcanica (la seconda per estensione del pianeta) in prossimità dell’equatore. Piccola nota a margine, è stato testato per le operazioni di discesa, una sorta di supporto alla telemetria tramite due CubeSat denominati MARCO (Mars Cube One) così da avere un ponte radio nei momenti clou dell’ammartaggio (che tra l’altro è durato 6 minuti e mezzo, una roba rapida e indolore). I due satelliti poi, non avendo propulsione, ma solo la possibilità di controllare l’assetto brevemente, sono stati abbandonati a fluttuare per sempre nello spazio (in realtà son piazzati in un’orbita eliocentrica).
MarCO-A e MarCO-B in una rappresentazione grafica
Ma torniamo al nostro lander InSight. Una volta ammartato, con teutonica efficienza, in mezz’ora ha velocemente dispiegato i pannelli solari, così da rifornirsi le batterie della vitale energia elettrica necessaria ad effettuare i primi test ed avviare tutti gli strumenti scientifici di bordo. Nel giro di un mese, il sismografo era correttamente piazzato sul suolo marziano, così da registrare il primo martemoto ad aprile del 2019.
La missione è durata fino a dicembre 2022, quando ormai l’energia fornita dai pannelli solari non era più sufficiente a consentire la prosecuzione degli esperimenti. C’è da considerare però che la sonda ha effettivamente fatto più di quanto previsto. Inizialmente la durata della missione era stimata in due anni, allungati a praticamente quattro. Già nel 2021 si era presentato un problema di approvvigionamento energetico e la sonda era andata in ibernazione preventiva per poter salvaguardare gli strumenti. Con una mossa non convenzionale, i tecnici della NASA tentarono di pulire i pannelli utilizzando lo stesso terriccio di Marte, “gettato” sulla sonda, per effettuare una sorta di lavaggio a secco degli stessi e riguadagnare un po’ di energia. Risultato parzialmente ottenuto e missione estesa. Vedete? Lasciate perdere gli acronimi, siete più bravi a far altro!
Illustrazione di InSight sulla superficie marziana, il panettone (ops ho detto panettone, scusa Chiara Ferragni) in basso è il sismografo
Ma in questi 4 anni di presenza su Marte, cosa ha scoperto InSight? Beh intanto ha registrato 1319 scosse, più o meno quelle che sente un abitante della zona dei Campi Flegrei in un giorno (polemica per dire che un giorno farò un articolo sulla follia di costruire selvaggiamente in zone dove banalmente dovrebbe essere un NO gigantesco). In più, l’analisi delle scosse effettuate (trovate l’articolo QUI) ha evidenziato come la velocità di propagazione delle onde sismiche, suggeriscano la presenza di grandi riserve di acqua intrappolata nel sottosuolo marziano ad una profondità compresa tra i 10 ed i 20 kilometri.
Questo perchè è importante? Beh perchè ormai è noto ed assodato che un tempo Marte avesse fiumi, mari e laghi sulla superficie del pianeta, tutte riserve idriche disperse nella vastità (NO.. NON OSATE) dello spazio a causa della perdita dell’atmosfera. Ad oggi, sappiamo che sì, ci sono residue quantità di vapore acqueo nella sottile atmosfera marziana, oltre a depositi di ghiaccio ai poli, ma avere una discreta conferma di grandi quantità di acqua nel sottosuolo è comunque una notizia importante per tre motivi:
- Se c’è ancora la possibilità di vita su Marte, l’acqua è requisito fondamentale
- In caso di esplorazione/colonizzazione del pianeta rosso, anche qui, l’acqua è fondamentale, anche se 10 kilometri sono una profondità abbastanza proibitiva per la trivellazione, allo stato attuale
- Come lo pianti il basilico per il pesto se non puoi irrigare il terreno?
Ok il terzo è palesemente inventato e derivante dal fatto che inizio ad aver appetito.
Immagine dei gli antichi corsi d’acqua sulla superficie del pianeta rosso
Insomma, di stabilimenti balneari su rive di sabbia rossa ancora non se ne parla, quindi di concessioni neanche l’ombra. Mi dispiace per tutti i potenziali interessati, ma per ora si dovranno limitare ad evadere il fisco e sfruttare i dipendenti ancora solo ed esclusivamente su questo pianeta.
Per quanto riguarda noi, non ci resta che attendere notizie sull’esplorazione di Marte in vista delle prossime missioni Artemis (Artemis 2 è prevista per il 2025, con equipaggio umano e probabilmente inserimento in orbita lunare).
Alla prossima puntata!