Una serie di sfortunati eventi….spaziali

E’ capitato che il 9 luglio fossi con il mio solito sguardo inebetito e sognante a guardare il lancio del nuovo Ariane 6 in diretta YouTube quando ad un certo punto mi son reso conto che nell’ultimo periodo sono stati inanellati un po’ di buffi incidenti da parte delle varie realtà spaziali in giro per il mondo.

Ebbene sì… Mi sono fatto esplodere. Questo perché mi sono dimenticato di considerare l’eccesso d’ossigeno dato dalle mie espirazioni quando ho fatto i miei calcoli. E questo perché sono stupido. Sì, tornerò a lavorare qui non appena le mie orecchie la smetteranno di fischiare… La nota interessante è che il Jet Propulsion Lab è stato fondato in questo modo: cinque ragazzotti del Cal-Tech, per produrre combustibile per razzi, hanno ridotto in cenere il loro dormitorio, ma invece di espellerli, li hanno mandati in una fattoria vicina dicendogli di continuare a lavorare. E ora abbiamo un programma spaziale. (Mark Watney)

In fondo, quello che ha detto il nostro caro botanico, astronauta, coltivatore di patate marziane concimate con la sua popò, non è sbagliato. La corsa allo spazio è costellata di pirotecniche esplosioni, fallimenti spettacolari e ahinoi, qualche volta anche vittime animali ed umane. E’ ancora oggi l’ultima frontiera, un ambiente estremamente pericoloso che si raggiunge letteralmente sfidando la possibilità che quel candelotto di esplosivo non faccia boom sotto al tuo sedere. E siamo tutti d’accordo che andare nello spazio è una figata, ma insomma, un razzo è sempre un razzo! La sua tendenza sarà sempre quella di saltare in aria, in un delicatissimo equilibrio tra “riesco a controllarti” e “adesso cede qualche componente e puff!”.

Negli ultimi anni siamo forse stati desensibilizzati a questa piccola parte della storia, per colpa grazie a SpaceX che ha iniziato a lanciare i suoi Falcon ad un ritmo inferiore solamente a quello delle uscite di BRUTTE serie su Disney+. E’ quindi naturale che per qualcuno, i lanci spaziali siano nell’immaginario diventati cosa di routine e “meno interessanti di una gita a Pittsburgh” (cit. Apollo 13, che poi, che vi ha fatto di male Pittsburgh?)

Quindi, ingegneria, termodinamica e sfiga hanno ben pensato negli ultimi mesi di riportarci coi piedi per terra (letteralmente) con una serie di fail che ci ricorda quanta strada ci sia ancora da fare prima di poter prenotare su booking un B&B in orbita terrestre o un bungalow sulla superficie della Luna.

Partiamo dall’ultimo fallimento in ordine cronologico: il 12 luglio un Falcon 9 di SpaceX che doveva portare in orbita un carico di Starlink ha fallito la missione perchè il secondo stadio, che doveva spingere in orbita il carico, ha iniziato a perdere carburante, ossia ossigeno liquido, ed il motore Merlin-Vac (quello ottimizzato per il volo nel vuoto) non è riuscito a portare a destinazione i satelliti. La compagnia del buon Elon ha comunicato che ha tentato di sopperire alla mancanza di quota con i motori elettrici (ionici) dei satelliti stessi, ma la loro orbita decadrà rapidamente e quindi si disintegreranno nell’atmosfera (oltre al fatto che sono riusciti a contattarne solo una decina su 20).

Per i non addetti, i satelliti che formano una costellazione intorno alla Terra per fornire la connessione internet a chi non ha la possibilità di un cablaggio a casa, come qualche Inuit oltre il circolo polare artico, qualche tribù sperduta in Amazzonia o più banalmente il signor Salvatore Arena che abita in qualche paesino dell’entroterra siculo dove il digital divide all’interno della nostra nazione la fa ancora da padrone.

A seguito di questo incidente, SpaceX ha aperto un’indagine, visto che il motore era nuovo di pacca, e mentre il primo stadio è rientrato con successo a terra, si dovrà investigare su eventuali problemi del processo produttivo del secondo stadio e dei motori Merlin-Vac, che tra l’altro sono anche quelli che portano su la capsula Dragon, con astronauti a bordo. La FAA (l’ente di controllo americano) ha anche sospeso la licenza di volo a SpaceX finchè non arriveranno chiarimenti in proposito.

Immagine del Falcon 9 che ha fallito la missione, si vede il carburante (in bianco) fuoriuscito dai serbatoi

C’è anche da dire però che la mole di lanci che SpaceX compie ogni anno (89 nel 2023) rispetto a Nasa, ESA eccetera è drammaticamente più alto, con tempi sempre più ristretti ed una percentuale di successo notevolmente alta. Insomma, stiamo parlando sempre di lanciare oggetti nello spazio, che ogni tanto qualcosa non vada proprio a puntino è nell’ordine delle cose.

Passiamo ad un altro fallimento (che oggettivamente ha quasi del comico). Il 30 giugno, la startup cinese Space Pioneer ha perso il suo Tianlong-3 durante un test perchè LETTERALMENTE è partito per sbaglio.

Voi direte “ma sei tutto scemo?” Eh, a parte che si, potrebbe essere, ma la spiegazione ufficiale è oggettivamente questa, tralasciando i tecnicismi. Durante uno static fire test (ossia accendono i motori mentre è sulla rampa di lancio, ma solo per vedere se funzionano per pochi istanti, senza procedere al lancio effettivo) le morse di aggancio non hanno retto e quindi il razzo, che per sua natura tende ad andare in giro se i motori sono accesi, si è fatto un 50 secondi di volo libero per poi dare una spanciata a terra ed incendiare un bosco. Ah per inciso, in Cina hanno evidentemente l’abitudine di far test di razzi più o meno vicino alle case.

Addetto alla sicurezza della Space Pioneer

Passiamo oltre, ma rimaniamo sempre in oriente, perchè a marzo, il razzo Kairos di Space One in Giappone, ha anche lui deciso che era meglio incendiare un bosco piuttosto che andare in orbita, con buona pace di chi probabilmente voleva andare in campeggio in quella zona.

Il razzo è esploso 5 secondi dopo il lancio, e doveva portare in orbita un satellite governativo per il monitoraggio di alcuni dati (come ad esempio ciò che combina Kim Jong-Un in Corea del Nord. Immaginiamo tutti come il buon dittatore si sia fatto una risata alla notizia, circondato da i suoi fedeli omini della Nintendo Wii che lo acclamano. Per capire la battuta guardate il video qui.

Torniamo in Europa, anche se in realtà solo per spostarci in Sud America, per la precisione in Guyana Francese, perchè dall’altra parte delle Alpi, il colonialismo non passerà mai di moda. Come vi dicevo, il 9 luglio è partito il razzo Ariane 6 dell’ESA, un importante passo in ottica continentale per poter di nuovo essere autonomi e indipendenti nella messa in orbita di carichi.

Dal punto di vista tecnico, sarebbe intellettualmente disonesto dire che il lancio è stato un fallimento. Ariane 6 è effettivamente riuscito a portare in orbita i 9 satelliti che conteneva, ma la seconda parte della missione ossia la riaccensione del motore Vinci del secondo stadio, per completare il il rientro nell’atmosfera non è avvenuto a causa di un malfunzionamento della APU (auxiliary power unit). Perchè volevano riaccenderlo? Perchè sapete com’è, visto che ormai ci sono sempre più oggetti sulla nostra testa, aggiungerne altri e trasformare l’orbita bassa in una sorta di pattumiera non è una grande furbata, considerando che molti oggetti poi non hanno la possibilità di effettuare de-orbiting controllati. Senza contare che detriti e oggetti vaganti sono un pericolo anche per gli astronauti in orbita.

Ed ecco che veniamo al prossimo fail spaziale: a fine giugno, un satellite russo in disuso (Resurs P1 (SATNO 39186)) si è disintegrato in LEO, a 350 Km di quota, rilasciando detriti che come schegge impazzite hanno potenzialmente messo in pericolo la Stazione Spaziale Internazionale. Gli astronauti infatti hanno provveduto a seguire le misure precauzionali standard, rifugiandosi nella capsula di emergenza per circa un’oretta, prima di tornare alle loro attività. La prossima volta, per cortesia, mandate questi 4 eroi a risolvere il problema.

Passiamo infine in casa Boeing. Oltre ai vari problemi con i loro aeroplani, anche il settore spaziale non è esente da grattacapi. La capsula Starliner, è stata oggetto di ritardi pluriennali, intoppi di ogni sorta e vari mal di pancia da parte degli addetti al progetto.

Anche il lancio ha subito ritardi ed rinvii per problemi tecnici, ma la cosa ancor più grave è che una volta partita ed attraccata alla ISS, una perdita di elio ha costretto la NASA a rinviare il rientro della capsula bloccando de facto i tre astronauti a bordo della stazione spaziale internazionale, con inevitabili ripercussioni sulla stessa. Mi sto già immaginando il board di Airbus che inizia a sfregarsi le mani progettando di lanciarsi nelle missioni spaziali e legnare la Boeing anche in quel campo.

Foto di repertorio dell’amministratore delegato di Airbus che controlla le notizie su Starliner

Dunque tutto questo per dire cosa? Che non siamo capaci e dovremmo smetterla di provare ad andare nello spazio? Assolutamente no, anzi, se negli ultimi mesi ci sono stati dei problemi, è solo perchè si sta cercando di dare un nuovo impulso all’esplorazione spaziale dopo 2-3 decenni di immobilismo dettati dal “dualismo” USA e Russia, che con le loro agenzie spaziali (NASA e Roscosmos) praticamente monopolizzavano le attività di lanci spaziali. La messa in pensione degli Space Shuttle ed i problemi a gestire i lanci verso la ISS solo con le Soyuz/Progress, hanno aperto la strada ad attori privati che stanno facendo passi da gigante negli ultimi anni. C’è anche da considerare il fatto che le aziende private tendenzialmente rispondono a logiche e modus operandi leggermente diversi rispetto alle agenzie governative, basti pensare a come SpaceX procede nei suoi test, sostanzialmente fregandosene di far esplodere i suoi razzi, perchè in fondo anche da quei fail raccoglie dati per evitare che incidenti di quel genere si ripetano. Un modo rozzo se vogliamo, ma efficace, se andiamo a considerare che gap ha iniziato a creare rispetto alle dirette concorrenti.

Non ci resta che aspettare speranzosi quindi il prossimo lancio di successo. Ad esempio ad agosto dovrebbe essere effettuato il nuovo test di Starship, con il tentativo per la prima volta di rientro del booster Super Heavy tra le braccia di Mechazilla, ossia la torre che ospita il lancio e nei programmi di SpaceX anche il rientro del razzo riutilizzabile.

Tra l’altro in queste ore stanno iniziando a circolare le immagini della nuova versione della navicella, con la prua modificata a seguito dei test effettuati nei mesi scorsi, con le nuove ali stabilizzatrici che dovrebbero essere in posizione più efficiente per resistere al calore del rientro.

Insomma, come disse un ignoto filosofo, giocando a quel tripudio di tossicità ludica che è League of Legends “io non perdo mai, perchè imparo sempre qualcosa”. Ecco la vera filosofia dei lanci spaziali di questo decennio.

Alla prossima!

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