Lunga vita e prosperità a tutti, oggi ho deciso di fare un articolo poderosamente spinto verso il mondo nerd. Ed intendiamoci, non il mondo nerd inteso come branco di sfigati (perchè checchè se ne dica, ormai nel gergo moderno quella parola è intesa in quel modo, a causa di una ignoranza epocale), ma il mondo nerd degli appassionati di scienza, tecnologia e con uno sguardo proiettato verso il futuro.

Probabilmente quasi tutti quelli che leggeranno questo articolo, almeno una volta nella vita avranno sentito parlare della creatura di Gene Roddenberry, Star Trek, una serie di fantascienza (inizialmente composta da telefilm, ma poi approdata anche sugli schermi dei cinema attraverso film, per sfociare anche in anime, cartoni, libri e fumetti. Insomma, un universo a tutto tondo paragonabile ad altri franchise famosi come la Marvel, la DC ed altri ancora.

-Oh capitano mio capitano-

Molti, anzi troppi, si fermano al primo impatto ed etichettano la serie come semplice fantascienza, una roba da ragazzini. Tuttavia, ST è qualcosa di molto più profondo che ha influenzato l’esistenza di milioni di persone in tutto il mondo, ma cosa più sorprendente sono i messaggi che Roddenberry ha voluto lasciare nel sottotraccia della sua creazione. Non solo dal punto di vista scientifico-tecnologico (la serie infatti è abbastanza accurata per molti aspetti) ma anche dal punto di vista etico, sociale, umano. I temi trattati in molte puntate della serie sono spesso uno specchio di quello che è, quello che è stata e quello che potrebbe diventare nel bene e nel male l’umanità, a seconda delle scelte che faremo e delle strade che intraprenderemo.

Ma di cosa parla Star Trek? Beh, l’ambientazione è a tratti semplice quanto complicata. Dipende da quanto a fondo la si vuole studiare e comprendere. Sostanzialmente, la Terra fa parte di una grande organizzazione interplanetaria, formata da più civiltà, che prende il nome di Federazione Unita dei Pianeti (UFP in lingua originale). Questa sorta di “ONU” delle stelle ha sede caso strano sul nostro pianeta, a San Francisco (chissà perchè non c’è mai un mega-film o una serie in cui la città protagonista è chessò…. Catanzaro, boh).

La nascita della Federazione è stata diciamo scatenata dalla necessità di alcuni pianeti, di coalizzarsi per far fronte alla minaccia del cattivone di turno, nella serie classica identificato come i Romulani, una sorta di elfi spaziali un po’ farabutti e con una società densa di intrighi, pugnalate alle spalle ed atteggiamenti degni di una cosca mafiosa dell’entroterra della Sicilia. In realtà esiste anche un altro cattivo, l’impero Klingon, qualcosa di molto simile se vogliamo all’orda mongola di Gengis Khan, tizi pompati in palestra con una particolare cresta sulla fronte, fissati con l’onore, il morire in battaglia, il pessimo gusto per il cibo e un rapporto conflittuale con l’igienista dentale.

-Romulani e Klingon, belli vè?-

In realtà dopo la fine della crisi con i due imperi nemici, la Federazione si prefigge come scopo principale quello dell’esplorazione pacifica della galassia, alla ricerca di nuove forme di vita e civiltà. La flotta stellare infatti non è pensata per fare la guerra. Non è una flotta da battaglia, pensata per il combattimento. Certo, sono navi armate anche pesantemente alcune volte, ma la concezione di nave da guerra non è mai presa in considerazione se non per fronteggiare specifiche minacce (per esempio la classe Defiant, una roba grossa come un gozzo ligure armata come la Yamato, in termini di rapporto dimensioni/potenza di fuoco, specificatamente disegnata per picchiare i Borg, tanto che nel gagliardetto della classe c’è proprio scritto “Assimila sto cazzo”, in riferimento all’abitudine dell’ostile specie aliena di voler assimilare tutte le altre civiltà in maniera poco……consenziente).

Ma tornando a noi, dicevamo che la flotta stellare è dedita all’esplorazione per trovare nuove forme di vita e civiltà. Ed è qui che iniziano secondo me iniziano i primi veri messaggi sull’etica in Star Trek. La Federazione infatti si impone regole per la non interferenza, per non contaminare pianeti e civiltà sia dal punto di vista biologico, sia dal punto di vista culturale. Tutte le osservazioni e studi vanno fatti in rigoroso accordo con le direttive federali, che sanciscono ad esempio il divieto categorico di prendere contatto con mondi che non hanno ancora sviluppato la tecnologia dei motori a curvatura. Ovvio è che per esigenze cinematografiche e televisive, tali regole a volte vengano un po’ piegate soprattutto davanti alla coscienza dei personaggi e dei dilemmi etici che ne scaturiscono. Per esempio, posso salvare una civiltà medievale da una catastrofe naturale che si sta abbattendo su di loro, pur avendone i mezzi? E’ giocare a fare Dio?

Ah comunque, avete ragione, non ve l’ho spiegato. In Star Trek ci si muove tra i diversi sistemi planetari utilizzando dei particolari motori che spingono le navi a velocità di molto al di sopra di quella della luce (che per i non addetti è più o meno 300.000 km/sec). E voi mi direte “ma cazzo dici, niente può andare più veloce della luce…” eh c’avete ragione pure voi, ma in realtà la curvatura è un trucco per sfuggire alla relatività. Di fatto, l’enorme energia sprigionata dalla reazione che avviene nel nucleo della nave tra materia ed antimateria (avete presente quella che stanno studiando al CERN? Eh quella) viene convogliata a particolari parti della nave chiamate gondole che generano un campo di curvatura che deforma lo spazio davanti a se comprimendolo ed espandendolo dietro di se. Praticamente è come se per andare da Roma a Milano, voi comprimeste i binari del treno facendoli passare da 500 km a 100. Ci mettereste un quinto del tempo, no? Ovvio che questa tecnologia è una sorta di escamotage anche in termini “televisivi”, la cosa divertente è che però alcuni scienziati abbiano un po’ elucubrato su sta cosa, come ad esempio lo scienziato messicano Miguel Alcubierre, che nel 1994 mentre è a Cardiff, all’Università del Galles, pensa bene di pubblicare un articolo dal titolo “The Warp Drive: Hyper-fast travel within general relativity”. Ovvio, nella sua teoria dei viaggi a curvatura ci sono ancora dei problemi di fondo, ma è comunque un passo che qualcuno ha fortemente voluto compiere verso lo studio dei viaggi a velocità …..smodaaaaate.

La tecnologia a curvatura è quindi vista nell’universo Trek come lo spartiacque per una civiltà, per poter essere sufficientemente matura da interagire con altre forme di vita aliene e magari iniziare il processo di integrazione nella Federazione. Chi ha seguito le varie serie sa benissimo che in realtà quella non è l’unica discriminante, ma solo un punto base. In numerose occasioni vi sono state civiltà “indegne” di entrare a far parte della Federazione, a causa di politiche antisociali, repressive o guerre interne al pianeta. Già perchè quello delle guerre “fratricide” è un tema molto presente. Più di una volta si menzionano infatti i grandi conflitti mondiali e le lotte sanguinose per futili motivi che ci sono stati sul nostro pianeta. Addirittura la terza guerra mondiale, che scoppia nel XXI secolo, porta ad un conflitto eugenetico, con la strage di più di 37 milioni di esseri umani, soppressi per il loro DNA alterato dalle radiazioni causate dal conflitto nucleare. In totale, più di 600 milioni di persone moriranno nella WWIII, aprendo ad un periodo post bellico in cui tra misure più o meno repressive per garantire l’ordine e sforzi per uscire dal gorgo della guerra si è arrivati finalmente ad un exploit dell’umanità che culminerà con la nascita del Governo della Terra Unita, il primo motore a curvatura costruito da Zefram Cochrane e col viaggio inaugurale sulla sua Phoenix il 5 aprile 2063. E’ in quel momento che la traccia di curvatura verrà rilevata da una nave vulcaniana (altri elfi spaziali, strettamente correlati coi romulani citati prima…ma un po’ più gentili anche se con zero senso dell’umorismo), attirando l’attenzione della comunità stellare verso il nostro pianeta, dando così inizio al balletto che porterà alla nascita della Federazione.

Insomma, se ci pensate bene, la visione di Roddenberry negli anni 70 tra guerra fredda, minaccia nucleare eccetera, non era così tanto lontana da quella che poteva essere la strada presa dall’umanità. Il pericolo c’era e paradossalmente, con la situazione geopolitica mondiale dei nostri giorni, lo è ancora di più. La minaccia di un conflitto nucleare bene male c’è sempre stata da quando è stato compiuto il Trinity Test, a volte più imminente a volte più sottotraccia (leggasi, orologio dell’apocalisse, googlate se non sapete cosa sia). Non è mai scomparsa del tutto, anche se a volte ci piace immaginare che sia sparita dai radar. Ma come del resto la minaccia di una nuova guerra globale, che tutti ci auguriamo non arrivi mai, è in realtà ancora una spada di Damocle sull’intera umanità. Non sono pochi gli esperti di storia e geopolitica che ritengono che un conflitto mondiale sia praticamente certo ed inevitabile. Vuoi per il controllo delle risorse energetiche, vuoi per lo spazio vitale, vuoi per il controllo dell’acqua, vuoi per qualsiasi altro fattore che scatenerà la stupidità e l’avarizia umana. O più semplicemente perchè dopo un lungo periodo di “pace”, un indebolimento sistemico della classe dirigente di molti dei governi guida della Terra portano inevitabilmente alla catastrofe. Vi dice niente lo spirito di Monaco?

Forse in un qualche modo, Roddenberry ha solo visto quello che è il genere umano, correlato la storia passata con il futuro, dando però anche un barlume di speranza, senza lasciarlo sul fondo del vaso di Pandora. Ma noi esseri umani abbiamo necessariamente bisogno di scannarci e toccare il fondo prima di risorgere più forti e “migliori”? Dobbiamo forse aspettare il 2161 per veder nascere una UFP, o magari ci basterà aspettare poco meno di 40 anni perchè qualcuno faccia volare una navicella a curvatura. Vedremo.

Ma il messaggio di Star Trek non può essere e non deve essere limitato ad eventi negativi. L’etica e la morale trekkiana va oltre e lancia durante le stagioni numerosi messaggi positivi. L’emancipazione femminile, la lotta all’odio razziale, integrazione tra i popoli, tolleranza. Star Trek è quella serie in cui è stato mandato in onda nel 1968, in piena era delle grandi lotte contro la discriminazione razziale, il primo bacio tra una donna nera ed un uomo bianco. Roba che probabilmente ha tolto qualche ora di sonno ai produttori ed ai vertici dell’emittente televisiva. Ma è stato un bacio che ha fatto la storia, un passo fondamentale ed importante per l’uguaglianza ed i diritti civili. Pensate ancora che Star Trek sia solo una serie di fantascienza per ragazzini?

Ma al di là dei gesti plateali, la morale di moltissime puntate e di film interi è il messaggio di speranza per cui popoli magari in conflitto da secoli, popoli fondamentalmente magari anche fratelli, che si azzannano senza senso, dopo che magari hanno persino dimenticato i reali motivi per cui combattono, possono sedendosi ad un tavolo comune, riuscire a trovare un terreno di dialogo e confronto. Come la guerra contro l’impero Klingon e la UFP finisce con un solido trattato di Khitomer, allora forse conflitti storici come quello istraelo-palestinese, potrebbero trovare una fine, se davvero la si volesse trovare. I parallelismi tra ST e la realtà si sprecano, credetemi, guardatevi le serie e lo capirete (e fu così che Bajoriani e Cardassiani furono i novelli palestinesi e israeliani….).

-Garak non approva l’occupazione della Pales…di Bajor-

Su un tema, ahimè, forse ST ha cannato. Non ha dato sufficientemente spazio alla tematica LGBTQIA+ nel corso degli anni. A causa delle linee guida imposte dalle emittenti televisive, la questione è sempre stata lasciata sottotraccia. Roddenberry ha anche confessato di non essere riuscito ad inserire la tematica come avrebbe voluto, anche in virtù del fatto dell’aver cambiato atteggiamento col passare degli anni ed essere diventato più sensibile. I produttori negli anni 2000 hanno dichiarato di aver platealmente fallito, infatti personaggi dichiaratamente omosessuali sono comparsi solamente con il reboot del 2009 e nelle serie televisive più recenti. In realtà nel 1992, nella puntata “The Outcast” di The Next Generation, viene affrontato il tema dell’identità di genere in chiave interspecie e interstellare. La puntata infatti ha ricevuto anche un plauso (ed ovviamente anche critiche) dalla comunità LGBT.

Vi è un altro aspetto fondamentale in Star Trek che a mio avviso ha notevolmente influenzato e lasciato il segno nel mondo odierno, che continuerà a farlo e che si è dimostrato profetico. E’ ovviamente il campo tecnologico.

Vi faccio immediatamente alcuni esempi. Stiamo parlando di serie televisive che sono andate in onda a partire dagli anni 60, quindi quando la tecnologia più avanzata che avevamo probabilmente era la TV stessa. Beh, in Star Trek esistono oggetti che a quel tempo non esistevano neanche lontanamente nell’immaginario degli ingegneri, e che invece oggi fanno parte della nostra vita di tutti i giorni.

Guardate l’immagine sopra, non vi pare uno dei tablet che ormai quasi tutti abbiamo in casa ed utilizziamo quotidianamente? Beh, prima che Apple pensasse al suo iPad, Star Trek lo aveva già introdotto da numerosissimi anni. Ma non è mica finito qui, guardate sotto. Non vi sembra un tipico telefono cellulare a conchiglia? E’ un comunicatore della serie originale degli anni 60-70. Oggi abbiamo gli smartphone, che manca poco che ci facciano pure il caffè.

Ed ancora, guardate un po’, in basso, sono chip isolineari, praticamente dei dispositivi di archiviazione. Non vi ricordano le nostre pennette usb? Stiamo parlando di qualcosa ipotizzato negli anni 80, almeno 15-20 anni prima della diffusione su larga scala di questa tecnologia che ormai ci sembra banale ed a volte anche quasi superata.

In Star Trek esistono macchinari che si chiamano “replicatori”, che utilizzano la materia per produrre oggetti e persino cibi. Non vi viene in mente niente? Proprio niente? Ah no? E le stampanti 3D che ormai replicano qualsivoglia oggetto con materiali diversi, dalla plastica al metallo? Al progetto di cibo stampato ed addirittura supporti ed organi interi per la chirurgia dei trapianti stampati in 3D? Ah ora forse vi viene in mente…besughi!

Abbiamo parlato di tecnologia dei trapianti, anche in medicina Star Trek è stata fonte di ispirazione. Un apparecchio standard per i medici spaziali è quello che si chiama “tricorder”, un aggeggio tascabile che riesce ad analizzare il paziente e ad identificare traumi, fratture, emorragie, valori vitali e molto altro. Beh un prodigio inarrivabile direte voi. Eh no. A parte che ormai quasi tutti indossiamo qualche dispositivo wearable che misura alcuni dei nostri parametri vitali (tipo battito cardiaco, saturazione di ossigeno del sangue ecc..) ma alcuni ricercatori dell’Università di San Diego da anni stanno sviluppando un prototipo funzionante. Inoltre, nel 2017 il progetto DXTer si è aggiudicato 2,5 milioni di dollari di premio messi in palio da una azienda biomedica di Taiwan per il miglior progetto di tricorder funzionante.

Vi ripropongo la domanda, pensate ancora che Star Trek sia una serie di tv di fantascienza per ragazzini e basta? Se la risposta è Si, allora siete senza speranza! Io personalmente non vedo l’ora che inventino il teletrasporto, ed in questo, qualche progresso è stato fatto, se non erro, alcuni scienziati sono riusciti a teletrasportare un fotone a qualche metro di distanza. Beh, è già qualcosa!

Spero che in realtà questo articolo vi abbia fatto riflettere su quanto di nascosto e di notevolmente interessante vi sia dietro e dentro uno dei fenomeni televisivi più importanti della storia. E se volete un consiglio, forse vi converrebbe recuperare qualche serie se proprio non avete mai visto nessuna puntata.

A proposito, alla prossima…puntata appunto!

1 thought on “La visione del futuro secondo Star Trek

  1. Articolo veramente molto interessante e informativo. Non ho mai visto ST, ma dopo questa lettura potrei farci un pensierino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *