Analisi del voto il giorno dopo

No, in realtà sono due giorni dopo, tecnicamente, ma non facciamoci caso.

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Mentre preparate i vostri passaporti e vedete se avete punti millemiglia da spendere per portarvi il più lontano possibile dall’Italia, vi faccio notare come l’isola raffigurata qui sopra, sia l’isola di Chatham, ossia il punto più distante dal nostro paese. Si trova infatti a più di 19mila km da Roma, la distanza minima per sopportare il risultato elettorale.

Si ma in effetti, che risultato abbiamo? Le urne dobbiamo dirlo, sono sacre e come tali, il risultato che ne viene fuori. Ovviamente però si può a posteriori analizzare cosa sia successo in questa tornata di votazioni. Per farla più semplice diremo immediatamente che Giorgia Meloni con il suo Partito Nazionale Fascista Fratelli d’Italia ha stravinto le elezioni. Beh oddio, stravinto. Considerando che c’è stata la affluenza più bassa della storia repubblicana, sostanzialmente la nostra donna, cattolica e madre governerà con qualcosa che si avvicina ad un voto su sette. Wow. Rappresentativa.

E gli altri? Anche qui la risposta è piuttosto semplice, hanno fatto tutti peggio. Ma vediamo una carrellata dei protagonisti con ordine.

Fratelli d’Italia: sostanzialmente con il suo 26% è l’unico vincitore. Ha de facto molto banalmente cannibalizzato i voti della lega, come mostrano alcuni sondaggi. Giorgia si è ben guardata da esporsi troppo durante questa infuocata campagna elettorale. Se ci pensate bene potremmo ridurre la sua attività di propaganda a due grandi eventi di questa estate. I video multilanguage e l’assalto sul palco durante un suo comizio da parte di un attivista per i diritti civili. Stop. Per il resto ha cercato di ricrearsi una presentabilità politica soprattutto all’estero, dove sono abbastanza preoccupati. Parafrasando un vecchio saggio, ha semplicemente lasciato che gli altri si scannassero per poi dare il colpo di grazia. In fondo è stato premiato l’essere costantemente all’opposizione per tutti questi anni, diciamolo, con una certa coerenza. Ora però arriva il difficile visto che contestare è facile, governare un po’ meno (soprattutto quando probabilmente i tuoi stessi alleati stanno già pensando al modo migliore di farti fuori). Al gioco dei troni o vinci o muori. Intanto giubilo tra i produttori di olio di ricino. Le proiezioni danno un fatturato nei prossimi 5 anni in crescita del 120% annuo. VOTO: 56 (LVI), i treni hanno già ripreso a viaggiare senza ritardi come ha prontamente fatto notare Sabrina Ferilli su Instagram.

Lega Nord: il tracollo totale del Capitano. Mai così basso da dieci anni o più. Ha completamente dilapidato il patrimonio del 36% delle scorse europee, bruciato sull’altare del volere a tutti i costi delle elezioni anticipate dopo aver accettato di stare in un governo dove erano più i giorni di disaccordo che quelli in cui si aveva qualcosa in comune. La perdita totale della bussola politica ha disorientato gli elettori del nord che hanno fatto pagare a caro prezzo tutta una serie di scelte non in linea con i valori (????) del partito. Il cercare poi di recuperare in campagna elettorale rimettendo in moto i soliti dischi rotti su migranti, sbarchi eccetera sicuramente non ha giovato, anzi, lasciando la strada aperta ad un probabile regolamento di conti interno. Salvini ha già fatto sapere che non si dimetterà dalla segreteria della Lega, e che addirittura vorrebbe tornare al Viminale. Per la serie “se devi sparare una stronzata, sparala grossa”, anche perchè Giorgia gli ha fatto sapere che potrà tranquillamente continuare a fare l’assenteista da un’altra parte. Per inciso, la Lega è tecnicamente il terzo ed ultimo partito della coalizione, ma questo lo spiegherò dopo. VOTO: 2 ScomBUSSOLAto

Forza Italia: Il ritorno del Cavaliere al Senato si accompagna comunque ad una presenza sempre più marginale nel panorama del centrodestra. Ah no raga, perfavore, apriamo una parentesi. Piantiamola di chiamarlo centrodestra, perchè la coalizione non è minimamente di centro, ma solo di destra, per non dire estrema destra. Chiamiamo le cose con il loro nome. Grazie. Tornando al partito di Arcore, la campagna elettorale è stata abbastanza insipida. Si sono più che altro leccati le ferite dopo le dipartite di personaggi illustri della storia del partito, vedi i vari Brunetta, Carfagna eccetera. La scelta di staccare la spina al governo Draghi insieme alla Lega a seguito dello strappo di Conte è stata probabilmente vista come una mancanza di responsabilità. Ma siamo tutti contenti perchè la signora Berlusconi, Marta Fascina, è stata eletta in un collegio dove non si è mai presentata e non ha fatto campagna elettorale, ossia in Sicilia. Però ha detto che ci andava da piccola quindi tutto ok. Forza Italia ha anche perso una piccola costola di elettori con la compagine di Toti, che non mi ricordo manco come si chiama, una cosa tipo “noi cambiamo” se non erro. Ecco, se ci pensate, sommando i due partiti, arriverebbero ad una percentuale superiore alla Lega, per questo dico che il carroccio è tecnicamente l’ultimo partito della coalizione. VOTO 4, come i punti del Monza

Movimento 5 Stelle: L’avvocato del popolo ha fatto la remuntada, dopo aver tirato una pugnalata nella schiena a Draghi. Ma tanto i due non si erano mai piaciuti quindi alla SNAI un evento del genere era dato a 0.99. Dopo mesi in cui il consenso veniva eroso dall’esperienza governista post Conte-2, il M5S è riuscito a rinsaldare le fila ed oggettivamente superare la dipartita di Di Maio e dei suoi fedelissimi. In fondo per Giuseppi&Co. è stato sicuramente un bene l’essersi liberati della costola riottosa che cozzava con la base dei principi (???) fondatori del movimento. Checchè se ne dica, il Ministro degli Esteri era ormai radicalmente lontano dal credo del partito (raga.. è un partito, non diciamoci fregnacce) di Sant’Ilario e sempre più in conflitto con il leader. Insomma Conte ha raccolto due piccioni con una fava, ha rinsaldato i ranghi, si è tolto di mezzo un coinquilino scomodo praticamente a costo zero. Chapeau. Poi ha passato più o meno tutta la campagna elettorale a sparare contro Letta, reo a dir suo di aver deciso scelleratamente di provare a fare un campo largo con Calenzi (Calenda+Renzi) e tutta la sinistra, escludendo il M5S. Probabilmente la maggior parte di voti rosicchiati son stati proprio quelli dei delusi del PD. Resta ancora da capire quali saranno realmente le posizioni di Conte nella nuova opposizione, considerando anche dichiarazioni ambigue su temi scomodi come la guerra in Ucraina. VOTO: 7.5 Stoico

Partito Democratico: Ok qui ho bisogno di fare appello a tutta la mia possibile calma per non sfociare in un flame/blasting contro il PD. MA COME CAZZO HA GESTITO LETTA STA CAMPAGNA ELETTORALE, PER MILLE PUFFI?! Il Leader Minimo, ha praticamente replicato il risultato del 2018, che quindi per l’onestà di cronaca, non si può dire che abbia fatto peggio. Ha fatto il compitino a casa prendendosi i voti di chi si è turato il naso, degli anziani e probabilmente della maggior parte dei radical chic d’Italia, in un momento in cui doveva semplicemente combattere con il coltello tra i denti. Se andiamo ad analizzare ogni decisione di Letta durante questa campagna, si è rivelata un sistematico fiasco. La trattativa con Calenda e parallelamente con la compagine Sinistra Italiana/Verdi, come ho già spiegato in un post precedente, è stata un insulto all’intelligenza ed al buonsenso. Il mandare a Ramengo un anno e mezzo di dialogo costruttivo coi 5Stelle, ha bruciato molto del consenso trasversale che si era creato, dilapidando e disperdendo voti. La scelta delle tematiche da affrontare, quando la destra martellava su argomenti di immediata rilevanza (quantomeno per la pancia) della maggior parte dell’elettorato. Come ho già detto, non è sbagliato, anzi è doveroso combattere certe battaglie su temi di etica e giustizia sociale, ma in una campagna elettorale sanguinolenta, breve, improvvisata ed incerta, dove sai di partire da un grosso svantaggio, devi essere anche in grado di attuare una strategia vincente. Bisogna farsi furbi ed in casa Dem sanno perfettamente come farsi furbi solo quando devono mettersi i bastoni tra le ruote tra di loro, tipo imbarcando la Bad Company del M5S aka Di Maio. Il risultato di tutto questo scellerato comportamento è stato la vittoria della destra. Complimentoni Enrico. E trovo anche inutile la mossa post elezioni di non ricandidarsi alla segreteria, traghettandola anzi, trascinandola per mesi fino alla primavera. Il PD doveva essere resettato ORA, non fra 6 mesi, per poter dare una nuova leadership forte con dei contenuti che non siano quelli dati da altri (vedi Agenda Draghi), perchè se non hai una identità tua, ma copi il compito da quello che in classe dicono sia più bravo di te, dimostri solo di essere senza un’anima politica, quindi chi vuoi che ti voti? Il PD deve una volta per tutte decidere cosa vuole fare. Essere il partito dei salotti o il partito che è voce del popolo. Nel primo caso può farlo, relegandosi al ruolo di costola di qualsivoglia governo tecnico o di inciucio. Nel secondo caso invece allora deve darsi da fare e rinnovarsi totalmente, calcioruotando fuori dalle belotas tutti i residui di democristianità che lo stanno avvelenando. VOTO 1: grazie per i 5 anni di fascismo che ci hai regalato.

Cmq raga io quando scrivo del PD mi incazzo talmente tanto che inizio a battere con violenza sulla tastiera, nel caso si rompesse chiederò il rimborso a Letta.

Azione: Come ho già detto, ho inizialmente subito il fascino del programma di Calenda. L’ho letto tutto da cima a fondo e l’ho reputato per certi versi interessante. Poi però ha iniziato a fare il bullo del quartierino, ha iniziato a pomiciare con Renzi ed ha combattuto contro la Bonino lasciandola fuori dal Parlamento. Come prima elezione, raggiungere l’8% non è neanche un risultato malvagio, ma a parere mio, sapendo benissimo quanti voti poteva raccattare, fare quello che voleva comandare contro un partito che valeva 2-3 volte i tuoi consensi, mi sapeva solo di egocentrismo di Mastelliana memoria. Forse un bagno di umiltà per Carletto ci vorrebbe, giusto per ridimensionarsi e rientrare nei ranghi di un centrosinistra allo sfascio. Potrebbe dare un contributo (sempre se riesce a tenere a bada il toscano stipendiato dagli emiri) all’opposizione, ma temo che correrà sempre da solo, perchè su una cosa ha ragione Letta, forse. Solo Calenda può allearsi con Calenda. Al netto comunque del fatto che capisco la sua posizione rispetto al leader del PD, Calenda è stato chiaro sin da subito, è stato semplicemente Letta a sputargli in faccia. Bisogna anche essere intellettualmente onesti. VOTO 5.5: Sfasciafamiglie

Verdi/Sinistra Italiana: Avrebbero probabilmente voluto allearsi con il M5S. Più probabilmente sarebbero stati cannibalizzati. La loro presenza è sicuramente un bene per il nascituro Parlamento, ma la mia paura è che verranno schiacciati dalla esiguità della loro compagine e dall’azione del PD. C’è anche da dire che fare opposizione ad un vero governo di destra potrebbe sicuramente giovare a ritrovare un consenso nell’elettorato più di sinistra, come potrebbe capitare al PD, se cogliesse l’occasione. Quello che mi auguro è che l’intero comparto della sinistra possa “federarsi” in una sorta di nuovo Ulivo, un’alleanza solida, ferrea su temi precisi e con un programma concordato a tavolino che funga da contratto, da patto adamantino dal quale non ci si può scostare. Salvo poi far la figura dei peracottari con gli elettori. VOTO 6: Resistenti.

Raga non esistono meme di S.I./Verdi. Sarà per questo che prendono pochi voti?

Note a margine: Dispiace per la Bonino che dopo tante battaglie non sarà più in Parlamento, a causa dello scontro fratricida con Calenda. Grossissima soddisfazione per la coerenza di Di Maio che ha rispettato in un modo o nell’altro il vincolo dei due mandati. Sgomento per il fatto che Cottarelli abbia perso contro la Santanchè. Non vorrei essere nei panni di Mattarella. Pres, ti sono vicino. Ah giusto, quasi dimenticavo. Godo fortissimo per la figuraccia dei vari Paragone, Adinolfi eccetera.

Va bene raga, vado a cercare la meta per l’espatrio.

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