Tangentopoli ed il crollo del PSI

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Prima di cominciare è importante dire che nessun garofano rosso è stato maltrattato per la realizzazione di questo post.

Sono ormai passati trent’anni da quello scossone che ha decretato la morte della Prima Repubblica ed ha generato tutta una serie di eventi che hanno condizionato il passaggio dal ‘900 agli anni 2000, almeno per quanto riguarda la vita politica del nostro paese.

Certo, non riuscirò sicuramente a spiegare cosa è successo con i particolari degni di persone più esperte di me, ma almeno ci proverò, visto che mi è stato chiesto da un caro amico (secondo me anche per mettermi in difficoltà, visto che è un adorabile bastardo simpaticone).

Ma guarda st’infame ahò…

Per cominciare, beh dobbiamo contestualizzare tutto ciò che era l’Italia al contorno del sistema politico degli inizi degli anni ’90. E da dove cominciamo? Beh, c’erano stati i mondiali due anni prima. Donadoni e Serena avevano sbagliato i rigori con l’Argentina in semifinale (‘tacci loro..), un anno dopo vedeva la luce il mitico Sonic della SEGA, Cocciante vinceva Sanremo, una petroliera, la Haven, affondava davanti alla mia città (Genova) donandoci delle bellissime spiagge coperte di greggio. E poi cosa ancora.. ah, la tragica morte del Dio della musica Freddie Mercury, il crollo dell’URSS ed un mucchio di altre cose che ad elencarle uno ci perderebbe giornate intere.

Non so voi, ma io quando rivedo questa scena dei Simpson, mi immagino Lavrov all’ONU che fa la stessa cosa uno di questi giorni

Ah piccola nota a margine, il sottoscritto nel ’92 se non ricordo male si sfondava di Ghostbusters, Tartarughe Ninja e giocava a Super Mario sul Nintendo 8 bit.

Era un’Italia bella, con quei bei residui a strascico del boom economico. Gli ultimi anni prima di quell’inesorabile declino fatto di crisi economiche, terrorismo, paura, incertezze eccetera. L’unica cosa che è rimasta costante sono stati i rigori regalati alla Juventus è stata quell’innata propensione nazionale a mangiare ovunque si potesse. E non intendo le pizzate in spiaggia, intendo proprio i soldi pubblici. Quelli buoni, quelli che piovevano come bestemmie in un’osteria veneta il sabato sera coriandoli durante il carnevale.

Che il magna magna fosse lo sport nazionale dopo il calcio, lo sapevano più o meno tutti. Quello che non sapevano probabilmente era quanto fosse radicata questa propensione, quanto a fondo andasse fin nelle viscere di ogni organello dello Stato, fino alle grandi aziende, enti, partecipate eccetera. Una rete così fitta di favori, ruberie e clientelismi che neanche Mario Puzo avrebbe potuto scriverla nel suo Padrino.

La storia di tangentopoli…. ah no aspettate prima bisogna fare una precisazione doverosa. Tangentopoli non è l’inchiesta, è il nome del sistema coniato per descrivere queste angeliche pratiche legalissime. L’inchiesta si chiamava “mani pulite”, che in tempi di pandemia Covid ad uno verrebbe da pensare che si tratti di qualcosa per il gel igienizzante, ma ne parliamo dopo.

Dicevo, la storia inizia il 17 febbraio del 1992 quando viene arrestato un uomo, un certo Mario Chiesa, politico del Partito Socialista Italiano ed allora Presidente del Pio Albergo Trivulzio (no non è un hotel bensì una casa di cura). E voi direte “mbè? l’avranno arrestato perchè gonfiava i rimborsi, perchè magari raggirava i vecchietti rubando pensione e facendosi intestare case ed eredità”. No no no cari miei. Questo si è fatto beccare perchè uno che voleva fare le pulizie in quella casa di cura, chiamò Antonio Di Pietro per incastrarlo, visto che Chiesa gli chiese (ahahahaha….ho fatto il gioco di parole..) una tangente per fargli vincere l’appalto. E dire che il detto “si è messo nei guai per una scopata” io me lo immaginavo diverso.

Mario Chiesa

Vabbè, ad ogni modo, avete presente quando si dice “scoperchiare il vaso di Pandora”? Ecco. Più o meno è successo questo, visto che una volta arrestato l’omino qui sopra ha deciso di iniziare a vuotare il sacco, svelando quella rete di cui vi parlavo prima. O meglio, ha iniziato a dire quello che sapeva e poi gli investigatori scavando sempre più a fondo nella merda nel malaffare, si son ritrovati davanti ad altro che un vaso di Pandora, più che altro una cloaca maxima nauseabonda senza che in fondo ci fosse la speranza del mito, bensì solo altra popò. Una curiosità, l’interrogatorio di Chiesa si narra che durò una settimana intera, più o meno come un vocale whatsapp della mia ragazza.

Uno giovane Antonio Di Pietro mentre esamina gli incartamenti dell’inchiesta “Mani Pulite”

Ed ecco qui che un pool di magistrati (Di Pietro, Colombo, Davigo, Boccassini coordinati da Borrelli e D’Ambrosio) si fecero un bel coraggio per affondare le mani nella melma accumulatasi dal secondo dopoguerra fino a quegli anni. Scoprirono che in realtà il flusso di denaro delle tangenti non andava a singole personalità, ma andava ad arricchire le casse di praticamente tutti i partiti politici. Ah, il caro vecchio finanziamento illecito, quanti bei ricordi. Craxi, l’allora segretario del PSI, si affrettò bellamente a scaricare Chiesa bollandolo come un uomo solitario, un mascalzone, una scheggia impazzita. Il tentativo goffo di Bettino non riuscì comunque ad evitare la catastrofe.

Perchè …hey.. il tempismo era perfetto per delle sfavillanti nuove elezioni politiche in cui i partiti tradizionali presero una batosta allucinante costringendoli ad una coalizione larghissima per riuscire a formare un nuovo governo, presieduto da Giuliano Amato (si quello che ad ogni crisi di governo viene tirato in mezzo come candidato premier, sì proprio lui). La grande new entry della scena politica di quell’anno fu la Lega Nord dando inizio a quella serie di puttanate slogan bellissimi che tutti ricordiamo (Ce l’abbiamo duro, Roma Ladrona, col tricolore mi ci pulisco il culo ecc.).

L’opinione pubblica era scandalizzata dai risultati delle inchieste di Mani Pulite e più in generale si sentiva un estremo bisogno di legalità e moralità. Erano anche i mesi delle stragi di mafia, con l’omicidio di Falcone a pochi giorni dall’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Le candidature di personaggi tirati nella mischia degli scandali (vedi ad esempio il Divo Giulio … Andreotti), vennero brutalmente cassate, facendo spazio all’elezione di Oscar Luigi Scalfaro. Uomo che si rifiutò pochi mesi dopo di firmare l’approvazione di una legge detta “colpo di spugna” che depenalizzava il finanziamento illecito dei partiti.

Ma guarda che sagome, ancora con la pistola fumante in mano e già cercavano di ripulirla.

Nello stesso periodo, crollò anche il governo Amato, sotto i colpi dell’instabilità e dell’incertezza politica dettata anche dalla pioggia di avvisi di garanzia a personalità politiche che arrivavano più copiose delle cartelle di equitalia ai giorni nostri. Scalfaro prese una decisione drastica, per la prima volta nella storia repubblicana diede l’incarico di Presidente del Consiglio ad un non politico, ossia Carlo Azeglio Ciampi (piccola nota a margine, solo a scriverne il nome mi scende la lacrimuccia, un uomo adorabile, uno dei migliori PdR che abbiamo mai avuto, uno degli uomini che ha fatto crescere in me la passione per la politica)

Ti voglio bene Nonno Ciampi

Il più grande sconfitto di questa stagione rimarrà comunque Bettino Craxi, travolto dallo scandalo tangenti e dalle contestazioni talmente veementi tanto da portare alla famosa scena del lancio di monetine fuori dall’Hotel Raphael.

Craxi dovette scappare dall’Italia e non vi tornò più, non prima di aver tentato di difendersi strenuamente in parlamento, accusando il pool di Mani Pulite di agire per conto di un preciso disegno politico, e di aver pronunciato la famosa frase rivolta a Di Pietro “non è tutto oro ciò che luccica”. Sulla giustizia ad orologeria in campo politico diciamo che Bettino ha fatto scuola, vero Silvio?

Perso il suo Re, il PSI tentò di riorganizzarsi ma ormai il danno era troppo esteso. La nuova direzione non riuscì ad arginare la perdita di consensi, tanto che alle elezioni del 1994, con la straripante vittoria di Forza Italia (che cannibalizzò proprio quella parte d’elettorato sconvolta ed indignata dalle ruberie del partito) non riuscì neanche a superare la soglia di sbarramento per la quota proporzionale, riuscendo solo ad eleggere dei parlamentari (una ventina scarsa) nei collegi uninominali.

La fine di un’era era vicina, a novembre infatti l’assemblea nazionale votò per lo scioglimento del partito chiudendo così una storia che ebbe inizio nel 1892.

Come dicevo all’inizio, ci sarebbe da parlare per volumi interi sulle vicende di Mani Pulite, questo voleva essere solo una sorta di sunto con qualche battuta di pessimo gusto.

No, no fermi! No le monetine no! Fanno male cazzo! Ahia! Ahia!!!!!!

Basta, me ne vado ad Hammamet.

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